11.10.2020

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Heel Hook il terribile

Analisi di una scelta che segna l'inizio di una nuova era. Chi si aspetta da questo articolo, il solito articolo, chiuda subito la pagina.

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Sberla Marco Mencarelli

La notizia ha fatto il giro del mondo. I tatami già strabordano di lottatori desiderosi di studiare il “nuovo” trick e il social impazza e si divide. Da un lato quelli che gridano ” ERA ORA” dall’ altro, quelli che gridano “SCANDALO”. Ammettiamo di sfiorare un argomento che per il nostro blog è al limite dell’ OFF-TOPIC, ma potevamo omettere un tema così >>sentito<< dalla nostra community lottante.

NO

La notiza la sapete tutti, ma la ripetiamo solo per aver ben chiaro di cosa stiamo veramente parlando. Nel 2020, Heel Hook e Reaping consentiti nella divisione Adult NoGi, marroni e nere.
Fonte FlowGrappling

Fra le numerose e interessanti ricostruzioni storiche che ho letto, la cosa che è sempre stata tramandata a me è che all’inizio battere per le leve alle gambe per gli addetti ai lavori, era considerato da lottatore poco ardito. Per questo motivo, il numero degli infortuni si impennarono e le scuole di Jiu-Jitsu subirono ingenti perdite. L’IBJJF, si fece carico di scrivere un regolamento che tutelasse il più possibile il praticante, senza snaturare l’essenza dell’arte.

Detto questo, la mia analisi ricade su due elementi.

Il primo, mediamente la tecnica diventa pericolosa se eseguita senza sapere bene cosa si sta facendo e nel momento in cui si tenta di uscire. Spesso il rischio di infortunio si può limitare con la pratica del “TAP”. Scegliete una buona accademia. Il secondo elemento è che il Jiu-Jitsu vive in un paradosso incredibile. Il BJJ oggi è lo sport più professionistico, praticato da non professionisti. Secondo me il vero problema, non è se legalizzare o meno tecniche “pericolose”, ma creare un campionato parallelo frequentato solo da veri PROFESSIONISTI. In quale altro sport vedete per esempio Mike Tyson, salire sul ring con il tipo che magari è con voi al tavolo durante la pausa del turno in fabbrica? 

Potrei fare altri esempi che non siano legati al Jiu-Jitsu, ma vogliamo pensare a quei poveri cristiani che si ritrovano in categoria: Megaton Diaz, Saulo Riberio, Andre Galvao, ci siamo? avete compreso su cosa sto ragionando?

Il problema, non sono le tecniche più o meno pericolose, sono i circuiti nel quale viene adottato il regolamento il problema. La mancanza di una categoria PRO. Questo è il problema. Se l’arte marziale in questione, prevede un certo tipo di tecniche allora è giusto studiarle. (Vedi una nota AM che ha eliminato certi tipi di tecniche, snaturando la sua essenza); Giusto lasciarle alle cinture marroni e nere, poco sensato lasciare solo nel NoGI.

O è si o è no… che facciamo?
E VOI CHE NE PENSATE? 


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