10.03.2020

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Carlson Gracie dalla lotta tra galli ai tatami

Il Gallo e il Bulldog sono i simboli dell' Accademia di Carlson e i soprannomi dei suoi lottatori sono quelli dei suoi galli più valorosi. Insetto, Vigliacco, Pappamolla. Carlson ha ereditato la passione per i combattimenti dei galli da suo padre Carlos, l’uomo che imparò il Jiu Jitsu dal Conte Koma e che lo insegnò a Hélio.

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Sberla Marco Mencarelli

Da dove avrà preso Carlosn Gracie queste e altre espressioni che formano parte del vocabolario del Jiu Jitsu?

Cercando di cogliere le somiglianze fra queste due realtà, ci addentreremo nel polemico e clandestino mondo delle lotte dei galli in Brasile. È importante contestualizzare la cosa e sottoscrivere che, ci asteniamo dal giudicare se giusta o sbagliata la pratica, ma il nostro intento è solo quello di evidenziare i numerosi punti in comune fra le lotte tra galli e il mondo sul tatami.

Secondo un reporter dell’epoca, che seguì il polemico Carlson, quando entri in un club dove si svolgono i combattimenti tra galli la sensazione è quella di assistere in realtà ad un vero campionato di Jiu Jitsu. Le urla o “l’ angolo” sembrano i medesimi. Tutti conoscono Carlson e tutti lo stimano perché è stato un eccellente “gallista” e, ai suoi tempi, anche un eccellente gallo da combattimento del ring.

“Un lottatore coraggioso come Carlson non è ancora nato” dichiara il suo amico gallista Eduardo Topete.

Carlson non nega che i galli siano sempre stati la sua maggior fonte di ispirazione: “il gallo è l’essere più valoroso del regno animale, è l’unico animale che combatte per istinto e si ferma solo quando perde i sensi o quando è un pappamolla” dice Carlson, spiegando il perchè di tutto il suo disprezzo  verso i lottatori privi di coraggio o di grinta.

“Se mi da fastidio un gallo pappamolla, immaginatevi un uomo…”

Carlson non è stato il primo Gracie a scoprire e ad ispirarsi alle caratteristiche di questi animali; forse non tutti sanno che il primo simbolo della sua accademia fosse proprio un gallo. La verità è che la relazione della famiglia Gracie con la lotta dei galli iniziò con suo padre Carlos, che fu uno dei primi ad introdurre la pratica a Rio de Janeiro.

Il primo locale di lotta di galli di Rio si chiamava ACADEMIA. E sapete perchè? Perchè era stato aperto da Carlos Gracie Sr., giusto dietro alla prima Accademia Gracie, nella via Marqués de Abrantes 117, a Botafogo, quando era giunto da poco da Bélem do Para’ (nord del Brasile)”, dichiara il Sig. Topete.

La leggenda racconta che Carlos Sr. fosse anche un famigerato allenatore di galli e per questo propenso alle grandi sfide. A quanto dicono i “gallisti”, arrivò addirittura ad allenare una gallina che si dimostrò una così brava lottatrice da battere diversi galli.

Vero o meno, il fatto è che successivamente, per lo meno sui ring di Vale-Tudo, suo fratello Helio e suo figlio Carlson dimostrarono di essere davvero ben allenati e riuscirono a sconfiggere avversari molto più grandi di loro. La relazione fra Carlson e il mondo della lotta dei galli ha portato molte persone alla pratica del Jiu Jitsu.

“I galli giapponesi sono considerati i più tecnici e i migliori lottatori, ma senza dubbio, perdono se affrontano quelli brasiliani per una questione di coraggio. Il gallo giapponese puro è debole, se non vince subito, scappa. Incrociando il gallo giapponese con la gallina brasiliana, ovviamo al problema della debolezza ed otteniamo la miglior razza di galli che esista” , spiega Carlson.

Esistono tante leggende legate a questo mondo e al gran Maestro Carlson, una è quella del “SALVAGALLI”.

Nata nelle ACADEMIE e poi trasportata nell’ambiente del Jiu Jitsu è l’utilizzo, da parte dei suoi lottatori, del SALVAGALLI, una medicina usata dai galli da combattimento. Si tratta di un miscuglio di estratti di piante di cui nessuno conosce la composizione. “Cura tutto. E’ una formula miracolosa. Se qualche mio lottatore si ferisce, gli applico sempre questa medicina… è la mano di un santo.”

La lotta fra galli è proibita nel paese dagli anni ’50, in uno dei club più famoso di Rio de Janeiro l’insegna dice così:

“RESPIRATE A FONDO, STATE PER ENTRARE NEL MIGLIOR CLUB DI LOTTE DI GALLI AL MONDO. E’ UN PIACERE RICEVERE LA VOSTRA VISITA”.

E ancora sotto:

“I GALLI LOTTANO FINO ALLA MORTE O FINO ALLA FINE DEL TEMPO STABILITO. FATE ATTENZIONE AD AVVICINARVI AD UN GALLO DOPO UNA VIOLENTA LOTTA.”

Proprio come nel Vale-Tudo prima di un combattimento i galli vengono misurati e divisi in tre categorie di peso: LEGGERI ( 61 CM -2,600 KG), MEDI (65 CM -2,900 KG) e MASSIMI ( 74 CM -3,600 KG).

Prima di entrare nel ring per lottare, i galli vengono sottoposti ad una fase di preparazione, nella quale vengono armati di becchi di metallo e artigli di plastica (2,5 cm). La lotta si disputa in tre round di 15 minuti, con 5 minuti di riposo. Durante il combattimento, i galli si attacano a beccate, mentre usano gli artigli nel momento in cui saltano sopra al loro rivale.

Se un gallo cade al suolo o smette di reagire per almeno 30 secondi, lo si considera battuto per KO, se il gallo vola fuori dal ring, lo si considera “fuggito” ( MUTUCA ) e il suo curriculum rimane macchiato per il resto dei suoi giorni. La media dei morti è di 4 ogni 30 combattimenti.

Come per il suo sport, Carlson non lesina argomenti per sostenere o difendere la lotta dei galli: ” LOTTARE FA PARTE DELLA NATURA DEL GALLO. UN POLLO DA CORTILE VIVE SOLO 72 GIORNI, UN GALLO DA COMBATTIMENTO VIVE DAI 15 MESI AI 5 ANNI, POI LO METTONO IN PENSIONE E LO SI UTILIZZA SOLO PER FARE GLI INCROCI.”

Inutile dire che le lotte fra galli hanno sempre generato un movimento di soldi e “posti di lavoro” 


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