08.09.2020

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Caso Willy: pensieri su una gogna mediatica ingiusta

Tatuaggi, Sport da Combattimento, Politica. Tutto dentro il calderone per una notizia che dovrebbe occuparsi di una cosa sola. La gogna mediatica è come una roulette russa. Stavolta ha coinvolto una cosa che non c'entra niente con la violenza. Lo SPORT.

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Sberla Marco Mencarelli

Si è detto tanto, tutto, forse troppo sul caso Willy.

È inutile e banale dirvi che Italian BJJ condanna nella maniera più assoluta gli autori del gesto, che sono tutto fuorchè atleti o marzialisti. È evidente. Quanto avvenuto ha scatenato un assalto mediatico da parte di molti quotidiani importanti a livello nazionale (Corriere, Repubblica, La Stampa e altri), che hanno scritto articoli estremamente negativi e spesso con informazioni totalmente false sulle MMA (che noi trattiamo perchè molto legate al Jiu-Jitsu) e sulle Arti Marziali in generale.

Addirittura il direttore de La Stampa Massimo Giannini ha proposto in un tweet di “bandire certe discipline marziali e chiudere relativi palestre”. Testuale.

Potrei spararvi una filippica di 3 pagine piena di ovvietà, e per questo motivo io e il Tenente abbiamo concordato nel riportarvi i pensieri di alcune personalità più o meno importanti nell’ambiente. Pensieri che, secondo me, si completano a vicenda.

“Continuerò la mia battaglia per cancellare dei cliché che riducono questo sport a un banale atto di violenza. L’avversario nell’ottagono rappresenta l’obiettivo che ognuno di noi deve avere per dare un senso ai propri sacrifici. Finito il combattimento, appena suona la campana dell’ultimo round, i fighter si abbracciano. In questo gesto c’è il senso delle MMA. L’abbraccio è il rispetto che bisogna avere per le difficoltà della vita. In quel momento riconosci in chi ti sta davanti la tua stessa umanità.”
Alessio Sakara, fighter Bellator ed ex UFC

“Nelle MMA ci sono campioni ex medaglie olimpiche, rappresentanti LGBT, rappresentanti delle forze dell’ordine, volontari, filantropi e tante belle persone che ogni giorno educano tanti giovani e combattono quotidianamente contro il bullismo e la violenza.”
Alex Dandi, telecronista UFC da 10 anni

“I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.”
Federico Tisi, cintura nera e pioniere del BJJ in Italia

“Niente dietrologia, niente gogna mediatica, certa stampa prima di scrivere deve informarsi. Da padre continuero’ a mandare i miei figli in palestra, da Maestro continuerò a perseverare nella GIUSTA VIA.”
Claudio Alberton, coach di MMA

“Lo sport è la cura al bullismo, non la causa! Questo non significa che non ci siano persone violente dentro alle palestre e non è una difesa cieca verso lo sport che amo, ma è necessario saper distinguere tra criminali e atleti o semplici frequentatori di una palestra. Sono indignato rispetto all’uso strumentale e distorto che i principali quotidiani e siti di informazione stanno mettendo in atto.”
Alessio Di Chirico, fighter UFC

“I lottatori: proteggono I più deboli, sfidano I più forti, sono abituati a combattere e lottare ad armi pari, 1 contro 1 con un regolamento, sono leali,sportivi e onesti, hanno gli attributi (ne hanno da vendere), non attaccano in branco, non usano le loro, conoscenze in strada, non sono prepotenti ne violenti.”
Luca Anacoreta, cintura nera e agonista di Jiu-Jitsu

“Ho avuto modo di leggere tanti post di solidarietà verso “Willy Monteiro” la vittima di quel gruppo di vigliacchi, che hanno spento sogni e speranze di un giovane coraggioso, che ha pagato per aver difeso un amico. Non sono qui a scrivere frasi di odio verso queste persone, il mio giudizio lo tengo x me. Avranno spero una dura pena, che non sarà mai abbastanza, che non potrai mai cancellare il dolore dei famigliari di Willy, di amici e di chi gli ha voluto bene, un dolore pesante, logorante e che non ti da mai tregua. Da padre mi scende una lacrima solo al pensiero. Ma una cosa va puntualizzata, leggo anche post assurdi di giornalisti” Come il direttore della stampa” Che dice( ora che questi energumeni verranno puniti, vogliamo bandire certe discipline e chiudere le relative palestre? ) con quale criterio un giornalista analizza i fatti? Ora la causa di questa violenza è diventato lo sport da combattimento e le MMA in primis? Ma tutti gli omicidi che ci sono nel mondo, commessi magari da un medico, un imprenditore, un giornalista, o semplicemente un muratore, barista, o chi con lo sport non ha nulla a che fare, che facciamo? puntiamo il dito sul mestiere o su la persona? Lo sport insegna valori da che mondo e mondo, rispetto per se stessi e per gli altri, disciplina, equilibrio e ispirazione. Un parlamentare Nicola Morra scrive( le MMA: culto della violenza, apologia della fisicità, sublimazione dell’immagine cioè il vuoto morale, il nulla assoluto, il buio esistenziale. Ma quello che voglio dirle caro Morra, conosce la differenza tra sport e delinquenza? Tra sportivo e criminale? Credo di no, ci sacrifichiamo ogni giorno , e per molti di noi è un vero e proprio lavoro, lavoro che amiamo proprio perché ci da la possibilità di insegnare ai giovani la parte buona e vera dello sport, tutto ciò che racchiude, lo sport che nel mondo salva milioni di vite dalla droga e proprio dalla criminalità, o semplicemente forma un giovane nel corpo e nello spirito. Ma come sempre in questo paese si parla sempre senza cognizione di causa. Questa brutta storia con lo sport non ha nulla a che fare, e nemmeno quei sociopatici. Quello che chiedo è solo giustizia per Willy.”
Michele Verginelli, coach di MMA

“Lo sport non è mai la causa di una crudeltà, ma può sempre essere una senza prevenzione.”
AURORA MMA, estratto del comunicato ufficiale del team

“Pratico MMA da diversi anni come amatore, qualche anno da professionista e da insegnate… sono di Colleferro come molti ben sanno, sono un artista marziale ed ho un lavoro onesto. Ho la passione per gli sport da combattimento, sono una persona conosciuta In diversi ambiti sociali e mi DISSOCIO da questa strumentalizzazione fatta contro le MMA, essere un appassionato di sport da combattimento è virtù, coraggio, onestà, consapevolezza di se stessi, UMILTÀ! ESSERE UN CRIMINALE è un’altra storia! Vi prego non fate associazione di classismi, Chiunque può essere un criminale a prescindere dallo sport che pratica! (Io personalmente mi sono rifiutato varie volte di insegnare nella loro palestra e questo la dice lunga..) Nella mia palestra si insegnano i valori che ogni uomo, denominato tale, deve possedere! Con immenso dispiacere rimango in Lutto per i fatti avvenuti, con il pensiero rivolto verso la famiglia e gli amici di Willy”
Fabio Pititto, lottatore

“Ho praticato sport da combattimento per 20 anni e la prima cosa che mi hanno insegnato è il rispetto. Ore e ore davanti ad uno specchio a guardare la posizione dei piedi, del corpo, nel silenzio del vuoto per aumentare la consapevolezza. Oggi dedico parte della mia attività professionale a lavorare con Atleti professionisti (judo, MMA, Boxe, Karate, etc.) che rappresentano l’Italia nel mondo. Ne vivo la disciplina, i sacrifici, la formazione personale, i valori, le regole e soprattutto la capacità di autoregolazione emotiva. È la prima frase che comunico a qualunque Atleta. Prima si lavora sulla persona. In questi giorni assisto basito ad una comunicazione giornalistica folle e lontana dalla realtà. Le meschine gesta a scapito di un giovane ragazzo descritte dalla cronaca non rappresentano nulla di ciò che accade in un Team professionale e meritano di essere perseguite in tutte le sedi opportune. Il problema non è lo sport, ma una struttura di personalità compromessa da ambienti di degrado che alimenta meccanismi di moral desengament. Persone che in una Palestra VERA sarebbero allontanate dopo il primo mezzo allenamento, incapaci di seguire una regola. A Te Willy, un rispettoso silenzio. Mi auguro che la giustizia faccia il suo corso, pur sapendo che nessuno potrà mai restituirti ai tuoi cari. Esprimo, inoltre, la mia solidarietà a tutti gli Staff Tecnici, agli Atleti e ai praticanti sottolineando che i fatti criminosi e violenti accaduti in alcun modo possono essere associati agli Sport da combattimento e che dobbiamo proteggere un patrimonio educativo fatto di regole che hanno permeato la nostra vita da questi facinorosi che devono essere subito individuati e allontanati.”
Marco Pacifico, psicologo dello sport

Questi sono solo alcuni dei pensieri che abbiamo raccolto, ci teniamo a precisare che il nostro non è un accanimento solo perchè è stato attaccato un qualcosa che ci piace, ma volevamo dare il nostro tributo e stringerci attorno a tutta la famiglia e agli amici del giovane WILLY.


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