Nel mondo del Brazilian Jiu-Jitsu (BJJ), è comune sentire che affrontare avversari molto più forti sia il modo migliore per migliorare. Tuttavia, Adam Wardziński, uno dei più rispettati grappler sulla scena internazionale, smonta questo mito con un approccio più strategico ed equilibrato allo sparring.
Secondo Wardziński, essere “distrutti” costantemente da qualcuno molto più forte non porta a miglioramenti significativi. Il progresso avviene attraverso un mix intelligente di partner di sparring, distribuito in questa proporzione:
- 70% del tempo: sparring con partner leggermente inferiori, ma in grado di offrire risposte tecniche in varie situazioni. L’obiettivo qui è perfezionare le proprie tecniche, sperimentare e consolidare il proprio gioco senza la pressione del fallimento immediato.
- 25% del tempo: affrontare avversari di pari livello, dove l’esito è incerto e l’attenzione ai dettagli diventa fondamentale. Questi incontri simulano situazioni di gara e aiutano a testare le strategie in condizioni di pressione reale.
- 5% del tempo: confrontarsi con qualcuno nettamente superiore, in grado di dominare lo sparring. Questo tipo di esperienza serve a capire i propri limiti, rimanere umili e trarre insegnamenti osservando come i più forti gestiscono situazioni complesse.
Perché Questo Approccio Funziona?
L’idea di migliorare solo affrontando avversari più forti è controintuitiva per la crescita tecnica. Sparring con partner inferiori permette di esplorare e perfezionare nuovi movimenti senza l’ansia di perdere, mentre i confronti con pari livello testano la resilienza mentale e la capacità di adattamento. Infine, il 5% di sparring “distruttivo” mantiene viva la motivazione e fornisce lezioni preziose.
Wardziński evidenzia come questa combinazione bilanciata sia ideale per sviluppare non solo tecnica, ma anche fiducia e capacità di lettura del gioco. Invece di focalizzarsi esclusivamente sul “survivor mode” con avversari più forti, bisogna adottare un approccio più consapevole e progressivo.
Il Brazilian Jiu-Jitsu non è solo uno sport di forza e resistenza, ma anche di strategia e intelligenza. Adottare un piano di sparring ben calibrato, come suggerito da Adam Wardziński, può fare la differenza nel percorso di crescita di ogni praticante, dal principiante al professionista. La chiave è trovare il giusto equilibrio tra apprendimento, competizione e umiltà.
“People think that getting destroyed at the sparrings by somebody much better is a way to get better. Which is totally false. You get better by sparring 70% of the time with people worse than you but able to give proper responses to most of the situations (but your victory is almost certain), 25% of the time sparring with people more or less on your level going toe to toe with uncertain outcome and 5% of the time going with somebody capebale to absolutely maul you.“
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