Ero un ragazzino di circa 14 anni, mio zio mi faceva vedere le prime videocassette ed eravamo passati dal guardare la Muay Thai a guardare, appunto, quelle che in seguito sarebbero state conosciute ovunque col loro acronimo americano, le MMA.
Ho cominciato a scrivere con regolarità di MMA nel 2013, attraverso il mio blog MMA Talks, avendo come riferimento MMA Fighting per le news e un metodo piuttosto personale per le analisi, che erano influenzate dai video di Firas Zahabi, coach della Tristar Gym e di Georges St. Pierre, una delle menti più brillanti del fight business, un allenatore piacevole da ascoltare e che contribuiva in maniera significativa alla formazione di chiunque lo ascoltasse.
UFC avrebbe poco dopo sottoscritto un contratto televisivo con FOX Sports e fortuna volle che un mio pezzo di prova andasse bene e mi permettesse di iniziare a scrivere per loro. Poco dopo, attraverso quella che è la brillante penna di Gianluca Faelutti, mio primo vero compagno di scrittura nel blog, e alla fiducia di Daniele Manusia, iniziai a scrivere per L’Ultimo Uomo.
La bibliografia sulle MMA in Italia era praticamente inesistente, eppure insieme ad un gruppo di scalmanati blogger e giornalisti sportivi mettemmo su un progetto che a tutt’oggi reputo estremamente ambizioso, quello dei ranking divisionali in Italia, adottato persino da alcune promotion italiane. Purtroppo si sa, non tutto va come vorremmo e ai primi malumori di manager e coach che non vedevano i loro atleti nelle prime posizioni, il giocattolo si ruppe ed il progetto non ebbe seguito. Ci tengo a dire che il tutto era gestito con enorme trasparenza e che accanto alla scelta personale di noi bloggerini da tastiera, si era sviluppato un algoritmo che calcolava dei punti in base a risultati e metodo. Insomma, era una roba fatta da gente che ci aveva perso il sonno e che purtroppo non ha ricevuto abbastanza fiducia a lungo termine.
Ad ogni modo, sul mio blog ero solito scambiare opinioni, spesso comuni, poche volte contrastanti, con Alessandro Pianigiani, che sarebbe diventato il mio compagni di viaggio per “MMA – Una storia marziale”. Il lavoro di ricerca è stato davvero immane. Tra testi in inglese ed in portoghese, ci abbiamo messo qualche anno solo per leggere ed avere dei primi capitoli frammentari. La prima stesura del lavoro, completata dopo qualche anno ed infinite letture e riletture, contava circa 700 pagine. Per due autori alla prima esperienza era un lavoro enciclopedico che ci rendeva davvero orgogliosi, ma è chiaro che commercializzare un prodotto che abbia la lunghezza di un romanzo di Giorgio Faletti non era la cosa più facile del mondo. Quindi abbiamo deciso di accorciarlo. Siamo passati prima a 500 pagine, poi alla stesura finale che è in vendita oggi nelle librerie, ponendo particolare attenzione sui punti salienti trattati e scegliendo con cura tempistiche e ordine dei capitoli. Posso tranquillamente confessare che non è stato un lavoro semplice, ma è stato uno dei progetti più divertenti a cui abbia mai preso parte. Finita la stesura, avevamo bisogno di un editore. Ad oggi sono molti gli autori che si auto-promuovono, ma credo che il lavoro di un editore, la cura con cui fa promozione, la partecipazione ad eventuali saloni del libro e le presentazioni in generale, hanno un peso specifico molto importante ed è bene affidarsi a dei professionisti.
Qui entra in gioco Federico Tisi, pioniere del Jiu-Jitsu Brasiliano in Italia, campione europeo tra i Master nel 2006. Tisi non ha certo bisogno di presentazioni essendo, tra le altre cose, l’italiano col grado più alto nel Brazilian Jiu-Jitsu.
Io mi alleno alla Tribe Jiu-Jitsu di Giardini-Naxos e Federico teneva uno stage di formazione. Aveva da poco pubblicato il suo libro “La forza tranquilla”, io lo avevo letto e me l’ero portato dietro per chiedergli una dedica. A pranzo, tra una battuta e l’altra gli dissi che anch’io avevo scritto qualcosa e che speravo di vederlo pubblicato presto. Mi offrì aiuto incondizionato ed attraverso lui ottenni i contatti con Edizioni Ultra. Il libro, credo più per onestà che per cortesia, era piaciuto a chi lo aveva letto ed ho ricevuto tutto l’aiuto possibile per qualsiasi problema o dubbio dai ragazzi di Ultra, professionali fino al midollo e disponibili per qualsiasi cosa. Dopo un’ennesima revisione, il testo era pronto per la stampa. Ho chiesto a Federico di scrivere la prefazione e a Daniele Manusia, scrittore e direttore de L’Ultimo Uomo, la post-fazione. Entrambi sono stati felici di partecipare e ci hanno onorato con l’apertura e la chiusura del libro.
“MMA – Una storia marziale” è un racconto che parte storicamente dall’arrivo di una troupe di judoka e lottatori giapponesi in Brasile, un gruppo di uomini forgiati dalla battaglia, venduti nei circhi itineranti per raggranellare qualche soldo ed imporsi nella nuova terra promessa. Lì, un imprenditore di origini scozzesi, Gastão Gracie, decise di mandare i propri figli ad apprendere l’arte da uno dei grandi maestri di
Judo Jiu-Jitsu, Mitsuyo Maeda, conosciuto in Brasile col soprannome di “Conde Koma”. Il Clan dei Gracie diventerà col tempo la famiglia più importante nel business delle arti marziali.
Due generazioni dopo, Rorion Gracie lascia il Brasile ed un nome pesante ed atterra a Los Angeles. Dopo mille peripezie, è uno degli uomini a creare il primo Ultimate Fighting Championship.
Ma non voglio svelarvi altro. Colgo l’occasione per ringraziare Italian BJJ – Fighter channel per la chance di poter parlare del libro e vi auguro una buona lettura, magari sotto l’ombrellone!
Il libro è acquistabile al link https://amzn.eu/d/06bDiNjO
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