20.01.2020

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Otoematoma del prof. Alberto Eibenstein

Avete mai sentito parlare dell’ orecchio a cavolfiore?

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Sberla Marco Mencarelli

L’otoematoma è una lesione dell’orecchio esterno ed in particolare del padiglione auricolare conseguente ad un evento traumatico.

L’ematoma, ovvero il sanguinamento dovuto al trauma, avviene tra il pericondrio e la cartilagine sottostante. Solitamente è la conseguenza di un trauma contusivo o più frequentemente ad un trauma che si associa ad un forte sfregamento e scollamento della pelle, e del pericondrio che rivestono la cartilagine. Alcuni soggetti sono più predisposti a sviluppare un otoematoma in virtù di una maggiore fragilità capillare o minore elasticità dei tessuti del padiglione auricolare.

La conseguenza di un otoematoma non trattato nel modo adeguato può consistere in una reazione cicatriziale di tipo fibroso (fibrocartilagine) con alterazioni estetiche permanenti. I traumi ripetuti portano quindi ad un aspetto caratteristico del padiglione auricolare che viene definito “orecchio a cavolfiore”. Inoltre, dato che la cartilagine riceve nutrimento grazie ai vasi sanguigni presenti nel pericondrio, l’interruzione degli stessi può portare a necrosi della cartilagine con perdita di tessuto rendendo ancora più evidente la deformazione del padiglione.

Bisogna infine ricordare la possibilità di una infezione dei tessuti che prende il nome di pericondrite, non facilmente trattabile se non si inizia immediatamente una terapia antibiotica, sempre indicata in questi casi. Il trattamento principale è chirurgico e consiste nel drenaggio della raccolta ematica seguito da un’adeguata convalescenza per evitare ulteriori traumatismi e va effettuato in tempi brevi in quanto la fibrosi e la formazione di tessuto cicatriziale rende difficoltoso il drenaggio già dopo 6-7 giorni.

Vi sono due diverse possibilità per drenare l’ematoma: l’incisione chirurgica per mezzo di un bisturi o l’aspirazione per mezzo di una siringa da 10 cc inserita nella parte più bassa dell’ematoma che viene aspirato fino alla completa scomparsa del versamento. L’ago è diretto obliquamente al padiglione ed inserito dal basso verso l’alto per facilitare l’aspirazione. E’ importante disinfettare la cute in modo accurato prima di procedere all’aspirazione e immediatamente dopo.

Questo tipo di procedura è la più comune e ben conosciuta da chi pratica sport in cui il trauma del padiglione è un evento piuttosto frequente. Tuttavia la semplice aspirazione e drenaggio non sono sufficienti ad evitare che l’ematoma si formi nuovamente e in breve tempo. Infatti per impedire che il sanguinamento continui, formando un nuovo ematoma è necessario procedere o ad una sutura o ad un bendaggio compressivo del padiglione.

Il bendaggio è ovviamente più semplice e consiste nell’uso di garze sagomate e poste sia dietro il padiglione che sopra di esso ed in particolare nella zona dell’ematoma, in modo da “impacchettare” il padiglione. Successivamente si esegue una fasciatura intorno alla testa, sufficientemente stretta in modo da comprimere adeguatamente il padiglione auricolare da cui è stato drenato l’ematoma. Il bendaggio va mantenuto per 3 giorni.

E’ infine utile fare alcune considerazioni in relazione al BJJ: la prima è l’importanza di essere consapevoli della possibilità di subire un trauma del padiglione e conoscere le conseguenze. Durante un allenamento di routine in palestra diventa inutile tentare di uscire da uno strangolamento a tutti i costi quando ci si rende conto che si sta subendo uno sfregamento eccessivo dell’orecchio o che lo stesso viene “accartocciato” in quanto si rischia inutilmente una lesione. La stessa cosa vale per un passaggio di guardia fatto con la testa che sfrega contro il GI dell’avversario. Ne consegue uno sfregamento anche dell’orecchio nel tentativo di mettere pressione nel passaggio di guardia, cosa che può causare una lesione (considerando anche che il passaggio avviene preferibilmente da un lato con traumi ricorrenti sul medesimo orecchio).

Se ci si trova in un ambito non competitivo in questo caso è meglio alleggerire la pressione per evitare il trauma (non vi sed arte).

Se l’orecchio dopo la lotta risulta dolente è meglio fermarsi, farsi controllare da un compagno esperto ed eventualmente applicare del ghiaccio se l’ematoma non è evidente. Se fosse necessario effettuare un drenaggio e una fasciatura compressiva, è indicato evitare gli allenamenti per circa 20 giorni al fine di evitare fastidiose complicanze o recidive.

L’uso del caschetto protettivo è utile per la prevenzionedell’otoematoma e dell’orecchio a cavolfiore ed è indicato per la ripresa degli allenamenti dopo un trauma al padiglione. Tuttavia l’uso del caschetto non mette al riparo al cento per cento da sfregamento e microtraumatismi pertanto è sempre sconsigliato in presenza di un otoematoma non trattato. Può essere invece indicato nella ripresa degli allenamenti dopo un periodo adeguato di convalescenza e a guarigione avvenuta, in modo da potere riprendere in sicurezza e con continuità l’attività sportiva.


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