Capace e instancabile, in questi SETTE anni di strada ne è stata fatta. Sempre sorridente e disponibile, Simona, LA FOTOGRAVA DELL’UNIONE, per la prima volta su GAZZETTA.IT, mentre ritrae Leonardo Damiani al quale mandiamo i nostri più sincere auguri. Sparatevi l’articolo qui sotto:
Guido Colombo / 9 giugno – MILANO
Prima il calcio, poi la palla ovale. Combatte ufficialmente da 4 anni e mezzo e ad agosto sfiderà AJ Fletcher al Dana White Contender Series di Las Vegas
Il 2021 vedrà un nuovo atleta italiano entrare in UFC? È ragionevole sperarlo dato che il prossimo 31 di agosto il bresciano Leonardo “Puppy” Damiani combatterà contro l’americano AJ Fletcher al Dana White Contender Series di Las Vegas. Si tratta di una promotion attiva dal 2017 e, come lascia intuire il nome, è di proprietà del presidente di UFC Dana White. È nata con uno scopo ben preciso, far scontrare atleti finiti nel mirino degli osservatori dell’UFC e selezionare i migliori per l’Ottagono più famoso del mondo (non a caso gli eventi si tengono alla UFC Apex, la struttura dove sono andati in scena i combattimenti della Ultimate Fighting Championship durante la pandemia). Il successo non garantisce in automatico l’ingaggio ma a oggi, dopo una trentina di eventi, sono già un centinaio gli atleti ingaggiati da Ufc, tra i quali alcuni nomi ben noti ai fans delle MMA come Sean O’Malley, Kevin Holland, Ricky Simon, Ryan Spann, Johnny Walker e Jamahal Hill.
IL PASSATO NEL FOOTBALL AMERICANO
Damiani è in forza al team Aurora di Roma, lo stesso di Carlo Pedersoli e di Mauro Cerilli. A oggi nel DWCS hanno invece combattuto solo 2 italiane, entrambe nel 2019. Micol di Segni perse ai punti contro Mallory Martin poi passata in UFC mentre Lucrezia Ria vinse ai punti ma, tra mille polemiche, non venne ingaggiata.Damiani compirà 31 anni proprio alla vigilia del match, il 30 agosto, ed è arrivato fino al grande palcoscenico americano (il suo match sarà trasmesso dalla ESPN) dopo un cammino lungo e tortuoso e nonostante la famiglia avesse altri progetti per lui. “Io ho uno zio che è IV Dan di karate – ci racconta – e da piccolo avevo iniziato ad allenarmi con lui. Mi piaceva ma i miei genitori, nonostante lo facessi con uno di famiglia, non erano altrettanto contenti e mi iscrissero ad una scuola calcio. Malgrado non fosse stata una mia scelta ho sempre giocato con impegno ma purtroppo senza risultati. Correvo tantissimo ma non riuscivo ad incidere nel gioco. Da adolescente ho quindi scoperto il football americano, mi ci sono appassionato ed ho mollato il pallone sferico per quello ovale giocando per 3 anni come runner nei Bengals di Brescia”.
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